LE ROSE NERE E SANGUE SUL CHIANTI

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Da www.pensalibero.it

“Le rose nere” e “Sangue sul Chianti” di Michele Giuttari

Il satanismo e le messe nere, insomma tutto quel sottobosco di occultismo che non s’immagina sia così esteso e ramificato ma che, purtroppo, esiste anche in una città come Firenze. Recensione di Daniela Domenici

Daniela Domenici | 27 Marzo 2022

Michele Giuttari (Foto dal profilo Facebook)

Il gruppo degli scrittori fiorentini di thrillers si arricchisce ogni giorno di più di nomi nuovi: dopo Mario Spezi, Jacopo Chiostri e Marco Vichi ecco Michele Giuttari che non è fiorentino doc perchè originario della provincia di Messina ma d’adozione essendo stato per qualche tempo Capo della Squadra Mobile di Firenze.

Questo suo “Le rose nere di Firenze”, pubblicato nel 2013, è stato preceduto da altri tre che hanno come denominatori comuni l’ambientazione a Firenze e il protagonista, il commissario Michele Ferrara.

Più di 460 pagine che scorrono via velocissime per il ritmo serrato degli eventi narrati, per i capitoli brevissimi che portano sempre nuovi indizi e allargano il cerchio degli indagati, per le perfette descrizioni di Firenze che lasciano trapelare un innamoramento dell’autore per la città in cui ha lavorato; pochi i dettagli fisici dei protagonisti e molta attenzione, invece, alla caratterizzazione psicologica di ognuno di loro, ci sembra un elemento positivo che rende più fluida la narrazione.

Il commissario Ferrara si trova, questa volta, a indagare su una serie di efferati delitti che sembrano non avere alcun apparente filo conduttore ma lentamente invece emerge un inquietante elemento che li collega: il satanismo e le messe nere, insomma tutto quel sottobosco di occultismo che non s’immagina sia così esteso e ramificato ma che, purtroppo, esiste anche in una città come Firenze.

Otto anni dopo, nel 2021, Michele Giuttari ha dato alle stampe “Sangue sul Chianti” per la Fratelli Frilli editori di Genova.

Si nota in Giuttari una cifra distintiva che lo caratterizza e che gli deriva, quasi sicuramente, dall’essere stato Capo della Squadra Mobile di Firenze: la spiegazione, con la terminologia appropriata, di ogni atto giuridico, di ciascuna iniziativa, dei vari ruoli istituzionali e dei loro ambiti, insomma, in una parola, l’autore fa entrare dentro quel mondo composito che gravita intorno al commissario Ferrara e al suo vice Rizzo. Complimenti e grazie per queste spiegazioni che in genere vengono date per scontate.

Complimenti per come rende Firenze una splendida protagonista, per non aver utilizzato l’escamotage dei flashback temporali che spesso rendono difficoltoso seguire l’intreccio degli eventi e per i capitoli brevissimi, come flash, che rendono la lettura così agevole da far volare le sue 467 pagine. Un ultimo complimento per la perfetta caratterizzazione psicologica dei/lle tantissimi/e protagonisti/e, ognuno/a di loro emerge come un unicum: bravo!

Daniela Domenici