ANSA) – ROMA, 02 NOV – MICHELE GIUTTARI, I MOSTRI DI FIRENZE E IL PATTO SEGRETO (MORLACCHI, PP 332, EURO 18) “Questa è la storia definitiva”. Michele Giuttari è uno scrittore di gialli tradotto in mezzo mondo. Ma, nella sua vita precedente, quando era a capo della squadra mobile, è stato il poliziotto che scoprì i compagni di merende, un gruppo di guardoni amici del contadino di Mercatale Pietro Pacciani condannati per i duplici omicidi del Mostro di Firenze: sette giovani coppiette sorprese in intimità e uccise nei dintorni del capoluogo toscano fra il 1974 e il 1985. Su quei fatti c’è una verità giudiziaria che, negli anni, è stata riletta da nuove indagini, ma anche da ricostruzioni giornalistiche, narrazioni letterarie, analisi sociologiche. Dopo aver lasciato le inchieste – e la polizia – Giuttari ha continuato ad annodare le fila, usando l’animo del poliziotto nel suo ruolo di scrittore. Documenti, testimonianze e accertamenti alla mano, nel suo ultimo libro, Giuttari racconta quella che lui definisce, appunto, “la storia definitiva”: non del Mostro di Firenze, ma dei Mostri. Attraverso il racconto e l’analisi dei fatti – morti sospette, scambi di cadaveri, depistaggi, le minacce che lui stesso ha subito nell’ultima fase dell’esperienza da regista delle indagini – Giuttari guida il lettore alla scoperta di un secondo livello, al di sopra dei compagni di merende. In pratica: i mandanti. Giuttari rivela lo scenario che si è trovato di fronte: in base alla sua ricostruzione, un gruppo di insospettabili personaggi della buona società avrebbe commissionato gli omicidi per ottenere i feticci – cioè parti di corpo asportate alle ragazze – che venivano usati in riti satanici. Giuttari arriva a questo risultato ripercorrendo tutte le indagini sul Mostro: dalla cosiddetta ‘pista sarda’, con cui inizialmente erano stati incolpati dei sardi emigrati in Toscana, alla morte di un medico perugino il cui cadavere venne ripescato nel Trasimeno, agli interventi dei servizi segreti e della massoneria… “Il mostro non esiste, esistono i mostri – spiega Giuttari -. Nel libro analizzo tutti gli elementi a sostegno del movente esoterico dei delitti, forse proprio all’origine degli ostacoli che sono stati innalzati sulla mia strada. Dai fatti e dagli elementi acquisiti approfondisco anche la possibile esistenza di un patto segreto con la criminalità per far considerare Pacciani unico serial killer colpevole, per chiudere definitivamente la vicenda”. Nel libro fa capolino anche il commissario Ferrara, l’alter ego di Giuttari nei suoi gialli: “Se fosse davvero un romanzo – scrive Giuttari – il commissario Michele Ferrara, capo della squadra mobile di Firenze, avrebbe scoperto il patto segreto alla base della chiusura dell’inchiesta sulla pista sarda e delle indagini sul rozzo contadino, unico serial killer, chiudendo la storia con un grande colpo di scena: la cattura anche dell’insospettabile regista. Chi? È un segreto inconfessabile dell’autore”. (ANSA).